domenica 14 ottobre 2012

CINEMA&CINEMA.


E’ di qualche anno fa un articolo di Tullio Kezich sul Corriere della Sera con questo titolo provocatorio: -Dio mio, e se la Corrazzata Potemkin fosse davvero una boiata pazzesca? - 
Come giustificare questo esercizio del dubbio da parte di una persona che per tutta la vita era vissuta nel cinema e per il cinema?
Evidentemente in Kezich la razionalità aveva prevalso sul sentimento se arrivava ad affermare: “Nell’arco dell’esistenza,  tutto è destinato ad invecchiare, corrompersi, morire. Figuriamoci il cinema, la cui peculiarità è di proporre a un vasto pubblico opere di facile consumo. Non sempre: alcuni film sono stati considerati dei capolavori anche rivisti a distanza di anni. La provvisorietà, comunque, sembra essere peculiare alle opere cinematografiche”.
A parte la battuta fantozziana e le perplessità di Kezich, solo il tempo riesce a darci il reale valore di un film (come di qualsiasi opera d’arte), ammesso che si riesca a contestualizzarlo per evitare di guardarlo come un reperto archeologico,  e si riesca a leggerlo per i suoi contenuti.

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