Il
pensiero filosofico di Immanuel Kant, massimo rappresentante
dell’illuminismo tedesco, è fondato sulle capacità della
conoscenza, ma anche sui limiti della stessa, ed è ancora oggi, il
più valido sostegno per comprendere la realtà.
La sua dottrina si presenta sia come punto di
partenza per le varie correnti della filosofia moderna, sia come
confluenza del pensiero classico. Kant, tra i vari esiti, ci ha
lasciato in eredità quella che viene definita la sua rivoluzione
copernicana: la filosofia, la scienza e la morale sono opera
dell’uomo, opera della sua ragione derivante dalla sintesi tra
l’esperienza empirica con la conoscenza sensibile universale
(innata).
Kant, inoltre, ci ha insegnato a ricercare le leggi
del corretto vivere all’interno del nostro stesso ragionamento,
l’uomo si dà le proprie leggi, sa che deve seguirle in quanto
giusto e misurato esercizio della sua libertà senza far ricorso
alle certezze della religione o dell’ideologia. In buona sostanza
la filosofia kantiana, che ha messo la mente dell’uomo al centro di
tutte le nostre intuizioni, invita a capire il mondo anziché
volerlo cambiare.
Dopo Kant sono venuti L’hegeliana “astuzia della
ragione”, il disprezzo per l’etica di Marx, il superuomo di
Nietzsche, fino al relativismo culturale di Husserl e Heidegger:
fatali sirene che hanno incantato molto e molti.
Di Kant, che muoveva dalle conquiste della scienza e
dell’etica, resta una frase che sintetizza efficacemente il suo
pensiero: “Due cose riempiono il mio animo di ammirazione, il cielo
stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”.