martedì 30 ottobre 2012

VITA.

Raggi di luce/ la stanza illuminano./
La trepidante attesa/si consuma./
Il mio smarrito sguardo/ la finestra attraversa/
distratto,/ posandosi sul diospero maturo./
L’arcano inizio, ora  vicino,/ mi confonde./
Altre cose di perduto ricordo accadono./             
Infine un pianto/ annuncia la tua vita.

lunedì 22 ottobre 2012

LA FILOSOFIA E' QUELLA COSA...

La filosofia classica, dal sesto secolo A.C. fino alla caduta dell’impero romano d’occidente, indaga sulla conoscenza di noi stessi per tentare di trovare la saggezza e la felicità.
Con l’avvento del cristianesimo la filosofia si trasforma mettendosi al servizio di una religione che domina il pensiero per tutto il medioevo, perdendo così la sua autonomia.
Solo con il Rinascimento ritrova la sua indipendenza, anche se, con l’affermarsi delle scienze, il filosofo sposta la ricerca della verità dalla saggezza alla sapienza.
Il pensiero moderno sposta ulteriormente il campo della sua analisi costruendo un sistema d’idee che cerca di dare una spiegazione generale del mondo in tutti i suoi aspetti (fisici, psicologici, morali, politici ecc.)
Ci siamo allontanati molto dalla filosofia classica che non pretendeva di dare risposte ma di fare domande: è di ciò che avremmo ancora bisogno.

 

domenica 14 ottobre 2012

CINEMA&CINEMA.


E’ di qualche anno fa un articolo di Tullio Kezich sul Corriere della Sera con questo titolo provocatorio: -Dio mio, e se la Corrazzata Potemkin fosse davvero una boiata pazzesca? - 
Come giustificare questo esercizio del dubbio da parte di una persona che per tutta la vita era vissuta nel cinema e per il cinema?
Evidentemente in Kezich la razionalità aveva prevalso sul sentimento se arrivava ad affermare: “Nell’arco dell’esistenza,  tutto è destinato ad invecchiare, corrompersi, morire. Figuriamoci il cinema, la cui peculiarità è di proporre a un vasto pubblico opere di facile consumo. Non sempre: alcuni film sono stati considerati dei capolavori anche rivisti a distanza di anni. La provvisorietà, comunque, sembra essere peculiare alle opere cinematografiche”.
A parte la battuta fantozziana e le perplessità di Kezich, solo il tempo riesce a darci il reale valore di un film (come di qualsiasi opera d’arte), ammesso che si riesca a contestualizzarlo per evitare di guardarlo come un reperto archeologico,  e si riesca a leggerlo per i suoi contenuti.