Spesso
si attribuiscono alla volontà di singole persone o gruppi politici i grandi cambiamenti della storia. Se questo
fosse vero passeremmo da un totalitarismo ad un altro.
E
vero al, contrario, che quasi sempre i cambiamenti epocali sono il frutto di
combinazioni sociali, culturali, economiche: dall’affermazione dei diritti
umani il cui tragitto ha attraversato i secoli, all’emancipazione della donna
che, assieme alla tutela dei lavoratori e l’affermarsi della stato sociale è
coincisa con la rivoluzione industriale.
Il
mitizzato ’68 non ha fatto altro che raccogliere i fermenti di una intera
generazione che sentiva la necessità di
un profondo cambiamento dei rapporti con la famiglia, con la scuola, e nella
società.
Quando
i tempi sono maturi e la gente è pronta, le leggi si adeguano.
Nessuna
agenda politica ha mai programmato le grandi rivoluzioni sociali.