martedì 26 marzo 2013

DEMOCRAZIA, COSTITUZIONE,OLIGARCHIE.


 La democrazia, quella classica, è esistita soltanto nell’antica Atene: era una democrazia assembleare dove le cariche pubbliche venivano estratte a sorte tra tutti quelli che ne avevano diritto, cioè tra  i capifamiglia (che erano poche centinaia).
Il funzionamento di una democrazia moderna è per necessità  diverso. La nostra Costituzione assegna al popolo la sovranità: attraverso lo strumento del voto, si eleggono i cosiddetti rappresentanti del popolo che, come recita art. 67, rappresentano solo la Nazione senza vincoli di mandato.
Oltre all’uso del voto, per farsi partecipe del  funzionamento della macchina statale,  il cittadino può esprimersi attraverso una forma organizzata (leggi partiti), o aderire ai referendum che i nostri Costituzionalisti hanno  preteso solo abrogativi. Questi meccanismi non evitano che si formino delle vere e proprie oligarchie che sono le effettive reggitrici del regime democratico, le quali, come si può leggere su qualsiasi manuale di politica, “traggono la loro legittimità da un voto popolare periodico e almeno formalmente libero”.
 Ma la società moderna non è retta solo da queste classi politiche, esistono anche altre oligarchie  come gli intellettuali, i magistrati, i burocrati i banchieri, gli industriali. Non è difficile che si entri in una di queste élite non per merito ma per cooptazione.
Tutto ciò con buona pace di coloro che vedono nella Carta Costituzionale la garanzia per una effettiva partecipazione della comunità all’indirizzo politico del Paese.