Nel
corso dei millenni l’attrazione sessuale tra uomo e donna, nonostante lo
stratificarsi delle culture, si è solo parzialmente modificata.
L’uomo
del pleistocene istintivamente associava la forma del corpo femminile (fianchi
larghi, seni prosperosi), con la fertilità. La femmina, a sua volta, sceglieva
per l’accoppiamento, e quindi per trasferire alla prole caratteristiche
genetiche vantaggiose, maschi forti e dotati.Guardiamoci
attorno: sebbene i rapporti amorosi siano stati arricchiti, soprattutto negli
ultimi secoli, di contenuti romantici, la missione genetica della riproduzione
della specie, in buona sostanza, sembra rimasta
la stessa.