domenica 26 maggio 2013

SCUOLA PUBBLICA, SCUOLA PRIVATA.


Dopo l’Unità d’Italia le classi dirigenti al potere, tutte di formazione laica, puntarono, per forgiare una coscienza nazionale e senza dimenticare il conflitto con la Chiesa cattolica, sulla scuola pubblica.  Oggi, questa scuola, pur avendo avuto nel suo passato punte di eccellenza, si ritrova ad essere, come altre istituzioni statali, una struttura che serve più agli addetti che agli utenti, anche a causa di un sindacalismo corporativo che non ha mai permesso selezioni degli insegnanti e avanzamenti in carriera sulla base dei meriti. Inevitabilmente, da questa scuola, non possono che uscire studenti malamente preparati. Che fare? Mantenere la scuola prevalentemente pubblica, o, al contrario, aprire questo settore alla concorrenza, offrendo più scuole private, peraltro  già accreditate con una legge del 2000 (scuole paritarie) sostenute con un contributo economico da parte dello Stato. La sola scuola materna, frequentata  da quasi il 45% dei bambini,  per lo Stato è pure un affare: dai 6.500 euro l’anno di costo nella scuola pubblica, ai 425 euro l’anno che viene riconosciuto alle scuole paritarie.  Detto questo non va certo dimenticata la libertà di scelta della scuola come fondamentale diritto di cittadinanza  indipendentemente dalla religione, dall’etnia e dal genere. Ricordiamo che questo diritto e sancito non solo dalla nostra Costituzione ma pure dal Parlamento Europeo.  

giovedì 16 maggio 2013

IPSE DIXIT- U.ECO


La Bibbia. E’ tutto azione e c’è tutto quello che il lettore di oggi chiede a un libro di evasione: sesso (moltissimo), con adulteri, sodomia, omicidi, incesti, guerre, massacri, e così via.
L’episodio di Sodoma e Gomorra con i travestiti che vogliono farsi i due angeli è rabelasiano; le storie di Noè sono del puro Salgari, la fuga in Egitto è una storia che andrà a finire presto o tardi sugli schermi…Insomma un vero romanzo fiume, ben costruito, che non risparmia colpi di scena, pieno di immaginazione, con quel tanto di messianico che piace, senza andare nel tragico. 

Umberto Eco- Diario minimo