domenica 29 giugno 2014

BENE E MALE


I concetti di “bene e male” sono confusi nella stessa materia della quale è fatto l’uomo perché le due nozioni sono come elementi chimici caratterizzati da una pericolosa tendenza a mescolarsi.
Così ci hanno insegnato la grande cultura e le grandi religioni.
Perciò bisogna riflettere a lungo prima di costruirsi un profilo demonizzato degli altri: questo principio, senza indulgere in facili autoassoluzioni, vale anche per noi stessi.

IL NOSTRO MEZZOGIORNO


Un popolo che non conosce la propria storia è un popolo che non conosce se stesso e non saprà risolvere i problemi che dovrà affrontare.
La poca conoscenza della storia ha indotto i politici italiani, dell’immediato secondo dopoguerra, a credere che bastasse una malfatta riforma della proprietà fondiaria assieme ad un’ancora peggiore industrializzazione del nostro Mezzogiorno a risolvere il divario tra un Nord industrializzato e un Sud agricolo.
Si sarebbero dovute conoscere le diverse strutture sociali del Paese: le regioni settentrionali avevano, fin dal tempo della nascita dei comuni medievali, creato degli organismi collettivi complessi grazie alla presenza di mercanti, artigiani, banchieri, operai specializzati; le regioni meridionali conservavano una struttura sociale semplice composta da una élite di nobili messa di fronte ad una massa di contadini analfabeti.
Se si fosse ben guardato alla formazione storica di queste due realtà, non avremmo ingenuamente creduto che sarebbe stato sufficiente iniettare risorse economiche in regioni ferme ad una economia feudale per poter superare un gap economico vecchio quanto l’Italia stessa.
Lo sviluppo di altre regioni italiane ha radici lontane: solo il tempo, la continuità, e l’impegno (culturale, politico, economico) potranno risolvere la tanto spinosa “questione meridionale”.
Sviluppare il Mezzogiorno vuol dire innescare un nuovo processo che privilegi la formazione scolastica, faccia, finalmente, la rivoluzione agricola che non è mai stata fatta, dia spazio a quella borghesia produttiva liberandola dall’abbraccio soffocante della malavita organizzata.