Le
moderne democrazie fondate sui diritti
fondamentali della persona, sono debitrici verso le principali rivoluzioni
politiche determinanti nel passaggio dall’età feudale a quella moderna.
Il
Bill of Rights emanato dal parlamento
inglese nel 1689 (dopo la deposizione del re Giacomo II ), la Dichiarazione
d’Indipendenza degli Stati Uniti del 1776,
e naturalmente la
Rivoluzione francese, alla quale dobbiamo la redazione di due
costituzioni (1791- 1792), sono alla base di quasi tutte le istituzioni
democratiche moderne.
Da
questi storici documenti promana un atto contemporaneo compilato dall’Assemblea
delle Nazioni Unite nel 1948: la “Dichiarazione Universale Dei Diritti
Dell’Uomo”.
Un
tragitto di due secoli per sancire come tutti gli uomini nascono liberi ed uguali e che questi principi dovrebbero essere patrimonio comune di ogni persona,
quale che sia il credo, l’etnia, o il paese al quale appartiene.
Purtroppo
gli orrori ai quali abbiamo dovuto assistere anche in questo ultimo secolo e
nel primo decennio del terzo millennio, ci fanno riflettere sulla fragilità
della lotta per i diritti umani, sempre segnata da successi e sconfitte:
civiltà e democrazia non sono mai conquistate una volta per tutte.
Il
monito scolpito su una piccola stele raffigurante la dea Atena rinvenuta sull’ Acropoli
greca è chiaro: “Difendete le conquiste della mente e del cuore con la forza,
se non volete che le minacce del tempo e le insidie degli uomini le
cancellino”.