Nel 1985 entrò nella mia
azienda una meraviglia tecnologica (per quei tempi) tutta italiana: il PC M24
della Olivetti: sistema operativo MS-DOS, alcuni programmi tra cui word e Lotus
1.2.3, compatibilità totale con gli altri computers. Con queste caratteristiche
M24 riuscì a contendere all’IBM il primato sul mercato mondiale dei PC.
Un primato che fu
inesorabilmente perso dalla scarsa lungimiranza della politica italiana, e da
un management incapace di vedere in questo settore un possibile asse di sviluppo, facendo della innovazione il proprio
punto di forza: al contrario si preferì privilegiare, colpevolmente, imprese
già allora obsolete.
L’Olivetti di Ivrea occupava
60.000 dipendenti ora ne restano solo 1.000.
Molti anni e molti computer
dopo ho un PC di ultima generazione,
marca giapponese ma sicuramente prodotto in Cina o in Corea: quello vecchio, “un reperto archeologico di
ben cinque anni”, mi ha piantato. Ho chiesto…..ripararlo sarebbe costato più
che comprarlo nuovo.
Sono di fronte a questo
oggetto sofisticatissimo, pieno di funzioni a me oscure (e probabilmente
inutili): come non pensare a quel perduto, italianissimo, M24 e al disfacimento
della nostra industria informatica?
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