giovedì 1 marzo 2012

IL FANTASMA DELLO STATALISMO.

 Un fantasma si aggira sul Paese: lo Statalismo.      Dire questo in piena crisi economica dovuta in gran parte ad un presunto liberismo che avrebbe favorito comportamenti dannosi e socialmente criminogeni, sembra un paradosso. Ma è pur vero che assistiamo a salvataggi di banche responsabili di aver messo in circolo titoli spazzatura, o di industrie obsolete che hanno fatto niente per riconvertire la propria produzione adeguandola ai veri bisogni del mercato; aggiungiamo pure una resistenza da parte di chi negli anni “facili” di questo nostro Paese ha ottenuto privilegi oggi difficilmente mantenibili.
Così facendo si genera l’immobilismo che non incoraggia a sperimentare nuove strade, a migliorare, conquistare, perfezionare. Torneremo fatalmente ad una gestione delle imprese più politica che economica, con la conseguenza di un aumento del già intollerabile debito pubblico?                                                
L’attuale crisi nonostante la sua gravità, non si cura rifugiandosi nel comodo grembo dello Stato (strada peraltro già percorsa in passato e di cui conosciamo le conseguenze),  ma con una seria riflessione su cosa debba essere una moderna economia di mercato la sola in grado di misurarsi con le sfide che la globalizzazione comporta.

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