“Bizzarro
popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno
successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90
milioni di italiani non risultano dai censimenti: Winston Churchill.”
Confortati dalle parole del Capo dello
Stato anche quest’anno festeggiamo il giorno della Liberazione rimarcando
l’operato della Resistenza partigiana nel ruolo di protagonista nello scenario
di fine guerra. Questo benedetto Paese che ha fatto del trasformismo la sua
formula, dimentica il consenso goduto dal regime fascista fino all’entrata nel
conflitto. Vuole credere che dopo l’8 settembre 1943 la stragrande maggioranza
degli italiani sia scesa in armi per liberarsi dal giogo nazifascista.
Dell’intervento alleato soltanto un accenno,
dei suoi 92.000 soldati caduti che popolano i cimiteri di guerra di tutta
Italia neanche a parlarne Così come la resistenza con le stellette (Cefalonia
soprattutto). Perché non siamo capaci di leggere bene la storia, perché
vogliamo occultare che accanto ad una resistenza fatta da giovani eroici, vi fu
anche una guerra civile nella quale furono scritte pagine non certamente
gloriose.
A differenza di altri Paesi europei non
abbiamo voluto confrontarci col nostro passato, preferendo la nascita di non
dovuti miti e liturgie, con l’esito di farci smarrire una realtà molto più
complessa.
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