lunedì 29 luglio 2013

AMOUR.


La vecchiaia, la malattia,  la morte; guardando l’ultimo film di Michael Haneche mi sono reso conto di quanto poco questi temi vengano trattati dal cinema contemporaneo e, soprattutto, com’è raro che lo si faccia alla maniera di Haneche senza compiacimenti, senza edulcoranti. Il film può risultare duro ma è senzaltro appartenente alla realtà. I ricordi, che sono l’ultimo legame alla vita, appaiono sbiaditi, confusi, non riescono a dare nessun conforto a giorni fatti di terapie palliative, annientati da un malanno che si porta via anche la dignità. Il tema della vecchiaia  lo ritroviamo anche in altri film; su tutti “Il posto delle fragole”. Nell’opera di Bergman l’epilogo sembra ispirato dalla riscoperta degli affetti come fede nella vita: nonostante ciò lo scetticismo   prevale in tutte la sua produzione cinematografica. In Haneke il pessimismo è più profondo: tutto il nostro vissuto appare inutile, rimane solo questo tragico atto finale. L’atto d’amore  del titolo del film  sarà  la definitiva terribile liberazione dai dolori e dalle umiliazioni.

Nessun commento:

Posta un commento