Ad
oggi non risulta superata la crisi politica apertasi nei primi anni’90 a
seguito dell’azione, portata avanti dalla magistratura, nota come “Mani
pulite”. Se è vero, come è vero, che le
democrazie occidentali si basano sulla separazione e all’indipendenza dei
poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario come già teorizzato da Montesquieu nella sua opera
“Lo spirito delle leggi”), l’Italia al momento non sembra rispettare queste condizioni.
Già
nel 1993 durante l’offensiva di Mani pulite,
il parlamento, colto da una sorte di sindrome di Stoccolma, riformò l’art.68
(immunità parlamentare), creando di fatto un disequilibrio tra potere
legislativo e potere giudiziario. Con la Bicamerale (1997/98) si tentò di dar
vita ad una riforma costituzionale che favorisse un ritorno ad una normale
dialettica tra Poteri, che purtroppo non ebbe esito.
Sono
quasi venti anni che assistiamo ad un
braccio di ferro tra governi, soprattutto di centrodestra e magistratura
che diventa di giorno in giorno sempre
più aspro (ma anche certi settori del centrosinistra cominciano a rendersi
conto che la situazione non è più sostenibile).
Se
vogliamo fermare questa deriva pericolosa è urgente e doveroso che vengano
proposte delle serie riforme concordate da tutte le forze politiche, che
riportino nelle nostre istituzioni regole certe indispensabili per un naturale
gioco democratico.
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