sabato 17 marzo 2012

MAFIA & MAFIE.

Cosa nostra, ‘Ndrangheta, Camorra, Sacra corona unita: in alcune regioni meridionali le mafie sono riuscite a penetrare le culture locali innescando un conflitto con lo Stato e le sue leggi.
Sono riuscite ad essere seduttive verso alcuni giovani che dalle piccole illegalità sono arrivati rapidamente verso il rifiuto del lavoro, spesso mal retribuito, e la conseguente arte di arrangiarsi.
Da questo può nascere una terribile lusinga: farsi reclutare dalla “criminalità organizzata” che offre, senza fatica, facili compiti, insieme al rispetto, ai soldi, al prestigio sociale.
Induce allo sconforto pensare di opporsi a questo stato nello Stato con manifestazioni e cortei, perlopiù guidati dai “professionisti dell’antimafia”, uniti nel vuoto rituale del “contro la mafia”.
E’invece doveroso pensare a quei poliziotti, a quei magistrati, a quegli educatori che, spesso lasciati soli dalle Istituzioni, hanno dato la vita pur di imporre la legalità.
Con tutto ciò andrebbe sottoscritta la frase di Bertolt Brecht “beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”.



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